Parigi 2014

EMANUELE BIAGIONI, PARIGI, galerie Thuillier
26 settembre / 9 ottobre 2014

L’emozione che diventa Colore. Il colore che diventa Materia. La materia che diventa luogo, città, acqua, cielo, bosco, paesaggi di siti cari “goduti” dall’artista toscano Emanuele Biagioni. Dalla sua terra in Garfagnana ha preso e colto i primi “palpiti della bellezza” negli scorci e nei colori intorno a sé. Luoghi che simboleggiano momenti di un animo poetico, poesie che diventano immagini forti di un elemento predominante e inconfondibile: la LUCE.
La LUCE infatti trionfa in queste bellissime tele e tavole che Emanuele propone con sentito fervore lirico. Le sue meravigliose lagune veneziane, la sua Lucca, così come Roma, Londra, Parigi, si riempiono di mille e mille “segni corposi” di colore, a spatola o pennello, che “catturano” i raggi di luce, solare o lunare che sia. La luce dona a loro quell’essere “cangiante” e caratterizzante di una lezione venuta dal passato, Monet e Van Gogh, ma anche Turner, vorticoso protagonista di atmosfere che della luce ha fatto un sentimento e un’anima, impalpabile e imperiosa, di ogni suo “spunto” paesaggistico. E così Emanuele Biagioni, romantico impressionista dei nostri giorni, ci dona spaccati e scorci di città, già note e immortalate da artisti di tutto il mondo per la loro bellezza e storia, colte però in un aspetto più intimistico e magico, con poche linee di riferimento realistico, ma infiniti tratti di luce e colore, nella ricerca continua, volta ad immortalare anche solo un attimo del nostro sentire più invisibile: l’emozione dell’anima. Emanuele dipinge creando, segno dopo segno, in ogni sua opera, un enorme “puzzle compositivo”, (come ha giustamente scritto l’amico Prof. Franchino Falsetti), in cui il luogo è stimolo e pretesto insieme per manifestare l’emozione dell’artista davanti alla bellezza della Natura ed alla grandezza di alcune meraviglie create dall’uomo. Emanuele fissa cosi le sue impressioni seguendo le corde della sua sensibilità in una sorta di “diario di viaggio” attraverso i luoghi e le città visitate. Mancano le figure umane oppure sono segni indistinti che minuscoli popolano immensi scorci e luminosi siti che hanno lasciato un segno nell’occhio attento dell’artista. La vita è fatta di momenti intensi, che costituiscono piccole parentesi nello scorrere del tempo, in questi momenti ci sentiamo “parte” di un “tutto”, in armonia con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda. Emanuele trae da questi attimi la sua linfa vitale e la sua “traccia “ artistica: riesce a trasmettere, con mille e mille veloci passaggi e colori, l’anima più profonda dell’Universo, in una incessante ricerca della Bellezza non fine a se stessa, ma profonda e carica di vita e, quindi, di LUCE.

Francesca Mariotti

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